Il 2022 è stato un anno di importanti progressi per la radio DAB+ in Italia, dopo un’accelerazione che si era già manifestata nei mesi precedenti, non solo con il progressivo miglioramento delle coperture delle emittenti nazionali ma soprattutto con l’attivazione di nuovi segnali per veicolare i programmai delle radio locali e regionali nei bacini più importanti come Roma, Milano, Napoli e altre metropoli.
Ricordiamo inoltre che tutte le nuove automobili vendute sul mercato italiano hanno per legge un’autoradio in grado di ricevere i programmi in DAB+ e lo stesso avviene per i ricevitori radio disponibili nei negozi.
Il DAB+ a passo spedito
Dopo il refarming delle frequenze destinate alle emittenti televisive, il quadro delle frequenze disponibili per la radio DAB+ si è consolidato e AGCOM ha pubblicato il Piano nazionale provvisorio di assegnazione delle frequenze radiofoniche in tecnica digitale DAB+. “Provvisorio” in quanto rimane formalmente aperto un tavolo negoziale internazionale per la pianificazione delle frequenze lungo il bacino adriatico che, se necessario, potrebbe portare alla revisione di alcune attribuzioni di frequenza all’Italia.
Negli ultimi mesi dell’anno è seguita l’assegnazione dei diritti d’uso ai consorzi di radio nazionali, che rendono così definitiva la loro presenza in DAB+ e permettono loro di fare ulteriori investimenti per perfezionare la copertura.
Una consistente parte di radio locali e regionali, a sua volta, ha già dato origine a dei consorzi che hanno attivato le trasmissioni grazie a delle autorizzazioni provvisorie, ma si avvicina la data in cui anch’essi otterranno i diritti d’uso delle frequenze.
Ricordiamo a chi non conoscesse a fondo il settore broadcast che, a differenza della radio FM, dove le singole società editrici “possiedono” la concessione per trasmettere e gli impianti trasmittenti, nello scenario DAB+ il ruolo di chi gestisce la rete di trasmissione viene separato da quello dell’editore che produce i contenuti. Gli editori quindi costituiscono tra di loro dei consorzi, ciascuno dei quali deve essere autorizzato, poi ciascun consorzio attiva i suoi impianti trasmittenti e muliplexer che veicolano tutte le stazioni radio consorziate su un’unica frequenza.
La qualità del contenuto è sempre più importante
Cambiano quindi i rapporti di forza, storicamente condizionati dal fatto che chi aveva i segnali FM più consistenti aveva anche più possibilità di primeggiare negli ascolti all’interno di un dato mercato. Questo impatta anche sulle strategie editoriali e commerciali degli editori, che col DAB+ competeranno maggiormente sui contenuti, essendo pressoché pari la copertura della popolazione di ciascuna radio in ciascun bacino.
Il più recente, importante, passo è avvenuto a dicembre, quando sono state rese note le linee guida sulle “Procedure di selezione per l’assegnazione dei diritti d’uso per le reti pianificate sui bacini di utenza locale ad operatori di rete DAB+” del Ministero delle imprese e del made in Italy. Verranno quindi acquisite le osservazioni di tutti i soggetti interessati e poi assisteremo agli ultimi passaggi per l’assegnazione dei diritti d’uso anche ai consorzi di radio locali, il che porterà alla definitiva affermazione del DAB+ in Italia.
Le strategie nello scenario DAB+
Accade dunque che alcuni editori storicamente presenti in FM portino in DAB+ non solo la loro radio principale, ma anche dei canali tematici che in alcuni casi già trasmettevano esclusivamente in streaming o su impianti FM con copertura limitata. A fianco delle radio tradizionali FM che trasmettono anche in DAB+, c’è spazio per alcune radio nativamente digitali nei multiplex dei consorzi nazionali e potrebbe essercene anche in quelli dei consorzi locali.
Ecco allora che, parallelamente agli investimenti per aprire le trasmissioni in DAB+, gli editori stanno sviluppando le loro strategie editoriali e commerciali per cogliere le opportunità offerte dal DAB+.
Rientra nei piani in fase di studio e realizzazione da parte di alcuni editori anche una dotazione tecnica che permetta di realizzare più canali radio oltre il tradizionale canale FM unico, con le necessarie economie di scala. I costi per la produzione dei nuovi canali diffusi in DAB+, o l’allargamento al DAB+ dei canali precedentemente diffusi solo online (web radio), dovrà infatti avere dei costi sostenibili che potranno crescere di pari passo con la relativa audience e i relativi introiti economici derivanti dalla pubblicità trasmessa e gli altri servizi collegati.
L’offerta di RCS per le radio in DAB+
RCS Sound Software ha la soluzione che permette di moltiplicare l’offerta di una radio su più palinsesti senza moltiplicare in modo lineare i costi di produzione, in quanto GSelector e Zetta sono nativamente multi canale, studiati per evitare le operazioni ripetitive e per creare dei palinsesti efficaci con uno sforzo contenuto.
Per lo specifico delle radio che iniziano a trasmettere in DAB+, inoltre, RCS Sound Software Italia ha pronta un’offerta economica che permette di risparmiare sui costi delle licenze software con un piano articolato nell’arco di più anni, dove solo al termine si inizia a pagare il canone a prezzo pieno, seguendo quindi la progressiva affermazione dell’audience e dei ricavi dei nuovi canali diffusi in DAB+.
Leggi tutti gli articoli sulle soluzioni RCS per il DAB+
- Le opportunità del DAB+, pt. 1 – La soluzione RCS
- Le opportunità del DAB+, pt. 2 – GSelector
- Le opportunità del DAB+, pt. 3 – Zetta e Zetta Splits
- Le opportunità del DAB+, pt. 4 – La prospettiva di un Editore, Gianni Prandi
- Le opportunità del DAB+, pt. 5 – LifeGate passa al DAB+